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Vicende noir in Bergamasca e non solo nel libro «Delitti e vecchi merletti» del giornalista de «Il Giorno»
Venti casi di «nera», dal 1792 al 1927 (casuale l’anagramma?), raccontati con la poetica del «cronista della storia»: «Delitti e vecchi merletti»
(Mursia, 2018, pp. 229, euro 16) è l’ultimo libro di Gabriele Moroni, giornalista de «Il Giorno». «Ho cercato di essere
quello che sono nel mio lavoro», spiega Moroni: «un cronista, che cerca di “sparire”, il più possibile, dietro i fatti e le parole dei protagonisti, comprimari, testimoni che li raccontano. Qui parlano verbali, atti dei processi, memoriali, giornali dell’epoca». Venti casi molto eterogenei per epoca,
ambientazione, casistica criminale. Si va dal «Lupo assassino» che, ai tempi del Beccaria, sbrana bambini nel Milanese,
al primo scandalo (noto) del nostro calcio malato: «una presunta combine per un derby Torino-Juventus nel ‘27». Tra i
fattori agglutinanti, il territorio: con pochissime eccezioni, storie lombarde, caratteristica comune, del resto, a diversi libri di Moroni (da «Per denaro e
per amore. Misteri lombardi, omicidi senza colpevoli», 2008; a «Nonno Ragno e gli altri. Storie di lombardi da Guinness», 2015). E poi il fatto che
«molte di queste vicende sono legate all’attualità»: meccanismi che si ripetono. Così anche i due casi precipuamente bergamaschi: Vincenzo Verzeni di
Bottanuco, il «vampiro della Bergamasca», lo «strangolatore di donne», «primo e forse unico cannibale italiano», studiato anche da Lombroso.
«Dopo i primi crimini», chiarisce Moroni, «viene sospettato, interrogato poi lasciato libero di uccidere di nuovo e succhiare il sangue delle sue vittime.
Un criminale individuato, riconosciuto, denunciato, eppure lasciato in libertà, come nelle cronache più assurde di questi anni»…(continua)